Nel corso degli ultimi anni grande spazio è stato dedicato, nella ricerca e nella prassi clinica ed educativa, all’esplorazione del mondo emotivo in età evolutiva. Se da un lato tutto ciò riflette un interesse maggiore, trasversale ad ambiti differenti, rispetto al tema delle emozioni, è necessario però ricordare che la vita emotiva del bambino possiede specificità proprie, specificità legate anzitutto ad uno sviluppo emotivo, dalle primissime fasi di vita per proseguire senza interruzione negli anni successivi, e, in secondo luogo, ad uno sviluppo emotivo che inevitabilmente si intreccia con uno sviluppo sociale, linguistico-comunicativo, morale, ma anche cognitivo del bambino.
Se il riconoscimento delle espressioni emotive dell’altro risulta essere una competenza che si manifesta molto precocemente nel corso dello sviluppo, occorre attendere che maturino competenze cognitive e sociali più ampie, prima di parlare di una vera e propria comprensione delle emozioni.
Ciò che la ricerca degli ultimi anni sembra sottolineare con forza è che esista una stretta interconnessione tra razionalità ed emozioni e questo appare vero anche per i bambini. La teoria psicologica che ha dato maggior impulso allo studio dei processi mentali che sottendono le nostre esperienze emotive è la TERAPIA RAZIONALE EMOTIVA COMPORTAMENTALE (nota con l’acronimo di REBT: Rational-emotive behavioural therapy), sviluppata dallo psicologo statunitense Albert Ellis .
– la tendenza a generalizzare che porta a pensare in termini di “sempre”, “mai”, “tutti” (“nessuno mi vuole bene”, “tutti ce l’hanno con me”).